Geografia e Clima
Ha una superficie totale di 28.748 kmq, 1.350 dei quali di acque interne. Per avere un termine di confronto, è poco più estesa della Sicilia.
Le coste albanesi si estendono lungo tutto il versante occidentale del paese. I mari Adriatico e Ionio si dividono nello Stretto d'Otranto all'altezza della città di Valona. Il tratto adriatico è caratterizzato da una costa bassa e sabbiosa, con numerose lagune e tomboli (l’isobata dei -100 m si trova a 50 km a largo della costa). Il tratto Ionico si presenta invece alto e roccioso, con pareti a strapiombo sul mare. I fondali rocciosi sono assai più profondi di quelli adriatici: la costa ionica, in particolare la “Riviera dei Fiori” da Valona a Saranda, offre uno dei panorami più belli del paese.
L'altitudine media è di 708 m, cioè due volte superiore alla media dell'Europa. La cima più alta è il Monte Korab (2.753 m).
Il territorio albanese ha un elevato numero di regioni climatiche in rapporto alla sua superficie. Le pianure litoranee hanno un clima tipicamente mediterraneo, con estati calde e secche e inverni miti, mentre le regioni montuose hanno un clima continentale mediterraneo, caratterizzato da inverni più rigidi e umidi.
Popolazione
La popolazione dell’Albania è di poco più di tre milioni di abitanti (3.150.886 ). Ha una composizione etnica piuttosto omogenea, con circa il 95% degli abitanti di etnia albanese.
Le minoranze etniche sono costituite principalmente dagli ellenofoni (circa 3 % del popolazione), i Valacchi o Aromeni (pastori transumanti), i Macedoni (chiamati anche Gorani e Bulgareci), un ristretto numero di Montenegrini e una non ben definita percentuale di Rom.
Numerosi sono gli Albanesi che vivono fuori dei confini della Repubblica d'Albania: in Kosovo vivono circa 2.000.000 di persone di etnia albanese, in Macedonia 500.000, mentre in Montenegro circa 150.000.
La capitale e le città principali
La capitale dell’Albania è Tirana, con una popolazione di oltre 700.000 abitanti. Situata ai piedi del Monte Dajti, è abitata fin dall’età neolitica. Il nome “Tirana” deriva da Tirkan, un antico castello le cui rovine sono ancora visibili nella zona. La città è caratterizzata da ampi viali e da una grande piazza centrale, su cui si affacciano i principali monumenti civici, tra cui l’antica e splendida moschea di Ethem Bey, l’Opera, il Museo Storico Nazionale e il Museo Archeologico.
Durazzo: in virtù della sua favorevole posizione, Durazzo è oggi una gradevole località balneare, che convive felicemente con la sua antica anima storica e commerciale.
Scutari: è una delle città più significative e antiche del Paese e d’Europa, di grande interesse storico-culturale, stretta tra le colline e il lago omonimo, cuore di una regione ancora ricca di tradizioni e dal clima tipicamente balcanico.
Kruje: situata sui pendii del monte Sari-Salltiku, è una città storica simbolo della storia albanese, abitata sin dal III sec. a.C.
Berat: è stata dichiarata “Città Museo”, proclamata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. È meglio nota come “città dalle mille e una finestra”, in quanto le facciate delle case, una accanto all’altra, sono costituite esclusivamente da finestre. Nel borgo antico vi sono alcuni edifici religiosi di grande interesse, tra cui la moschea e le chiese bizantine.
Argirocastro: meglio nota come “Città della pietra”, è particolarmente interessante per la sua tradizionale architettura. Le abitazioni nella città vecchia hanno, infatti, la forma di torri medievali che, nel loro insieme, danno vita a una struttura dall'architettura caratteristica e irripetibile. Il castello si erige come un terrazzo sulla città, da cui si gode di uno straordinario panorama. All’interno del Castello ha sede il Museo Nazionale delle Armi. Come Berat, Argirocastro è stata dichiarata città patrimonio culturale dell’UNESCO.
Elbasan: è una città che conserva inalterato un interessante nucleo storico, raccolto intorno alla fortezza, che ospita un Museo archeologico.
Korce: situata ai piedi del Morovì, si distingue per le sue ville in stile impero e liberty, chiuse da caratteristiche cancellate in ferro battuto.
Valona: era l’antica Aulona, conosciuta come un importante nodo stradale e porto nell’antichità. Del suo passato restano poche tracce, tra cui la bella moschea di Murat. Particolare interesse riveste il Museo storico-etnografico, che ospita reperti archeologici di notevole interesse.
Himara: grazie al suo mare cristallino essa è un importante centro balneare e turistico della costa meridionale.
Saranda: celebre località turistica, nota anche come “città della luna di miele”, poiché molte coppie albanesi trascorrono proprio in questa graziosa città il viaggio di nozze.
Lingua
La lingua ufficiale dell’Albania è l'albanese (in albanese shqip), una lingua indoeuropea che costituisce un ramo a parte nella sua famiglia, poiché non presenta alcuna affinità con gli altri gruppi del medesimo ceppo. Gli studi hanno fatto risalire l'albanese parlato oggi all'antico idioma utilizzato in Dacia e in Illiria.
L'albanese viene parlato dal 99% degli abitanti; solo l’1% della popolazione rurale dell’estremo sud parla il greco; altre lingue, diffuse tra ristrette minoranze, sono il macedone (nell’est del paese), e il il serbo-croato (nel nord-ovest).
Gran parte degli albanesi ha una buona conoscenza dell'italiano, principalmente dovuta alla televisione e alla radio in lingua italiana, molto seguite nel paese. Le altre lingue straniere più conosciute sono, l'inglese, il greco, il tedesco e il francese.
Bandiera
La bandiera albanese è una bandiera rossa con un'aquila nera bicefala al centro. Deriva dal sigillo di Giorgio Castriota "Scanderbeg", eroe albanese del XV secolo che guidò la rivolta contro l'Impero Ottomano, conquistando un breve periodo di indipendenza del paese, dal 1443 al 1468.
Sistema politico
Il sistema politico dell'Albania si basa sulla divisione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento unicamerale (chiamato Assemblea del Popolo), composto da 140 deputati eletti secondo un sistema semi-proporzionale ogni 4 anni. Un progetto di legge può essere proposto da un membro dell'Assemblea, oppure da qualsiasi cittadino che raccolga 20.000 firme di votanti. In altri casi di rilievo nazionale, una raccolta di 50 mila firme consente l'interrogazione popolare attraverso un referendum. Ottenuta l'approvazione dal Parlamento, il progetto di legge viene indirizzato al Presidente della Repubblica, il quale ha il diritto di veto, con la dovuta giustificazione, e può rimandare il provvedimento in una seconda votazione, o coinvolgere la Corte Costituzionale, che ne stabilisce la legittimità, nel caso il capo dello Stato ritenga che la Costituzione sia stata violata. Capo di stato dell'Albania è il Presidente della Repubblica, eletto ogni cinque anni con i 3/5 dei voti dell'Assemblea a scrutinio segreto.
Il Presidente ha potere di garantire il rispetto della Costituzione e di tutte le leggi, opera come Comandante Supremo delle Forze Armate, e detiene altri poteri, in gran parte formali e cerimoniali.
Il Presidente nomina il Primo Ministro, il quale propone al Presidente i membri del Consiglio dei Ministri. L'intero Consiglio poi viene approvato dal voto dell'Assemblea del Popolo.
Il potere esecutivo (sia nella politica interna, sia in quella estera) viene esercitato dal Consiglio dei Ministri, in cui membri sono nominati dal Presidente su raccomandazione del Primo Ministro. L'Assemblea del Popolo approva definitivamente la composizione del Consiglio dei Ministri, dirige e controlla l'attività dei Ministeri e degli altri organi dello Stato.
Economia
Il sistema socio-economico attuale dell'Albania è considerato quello di un "Paese in via di sviluppo", secondo la metodologia del Fondo Monetario Internazionale (IMF) e delle Nazioni Unite (UN).
L'Albania è un Paese con forti potenzialità di crescita e stabile sotto l'aspetto istituzionale. Negli ultimi anni il Paese ha compiuto significativi progressi verso un'economia di mercato moderna anche se, a partire dal 2009, come accaduto per altri Paesi della Regione, ha risentito degli squilibri causati della crisi economica e finanziaria internazionale. Nonostante ciò, l'economia albanese ha continuato a registrare tassi di crescita positivi. La crescita reale del Prodotto Interno Lordo per il 2010 è stata del 3,4%, mentre nell'anno precedente il tasso registrato era stato del 3,3%. Per il 2011 stime indicano una crescita pari all’1,6%, mentre per il 2012 segnala un tasso di crescita dell’1%.
Il tasso di disoccupazione, che dalla fine del 2008 segnava valori sempre decrescenti, si sta attestando con una percentuale intorno al 12,00%.
L'agricoltura dal 2010 ha mostrato segnali di miglioramento, con un aumento della produzione intorno al 10%, un incremento se si registra che la media degli ultimi 4 anni era stata del 3%.
Sul settore energetico, che dal 2008 ha mostrato segnali di miglioramento registrando un aumento del 35% nella produzione interna, continua a concentrarsi l'attenzione del Governo e dei principali investitori stranieri, in primo luogo italiani. Le esportazioni albanesi totali hanno mantenuto un notevole ritmo di crescita, anche se con un lieve calo rispetto al 2010, ma è interessante notare soprattutto che l’ammontare dei prodotti “Made in Albania” è circa il 23% in più rispetto all’anno precedente. L’industria manifatturiera da prodotti semilavorati si conferma come la principale voce dell’export albanese, coprendo il 40% dell’intero volume delle vendite all’estero: nel 2011 le lavorazioni di prodotti tessili e calzature, insieme ai combustibili, ai minerali e ai materiali edili, hanno rappresentato l’84% del totale delle esportazioni albanesi.
Per quanto riguarda gli Investimenti Diretti Esteri (IDE), il volume totale è sceso del 47% a causa della crisi europea e in particolare di quella greca. Il Paese è ricco principalmente di cromo (di cui l’Albania è il terzo produttore mondiale), rame e nichel. Il Paese è dotato anche di buone risorse petrolifere. Il Ministero dell’Economia ha recentemente confermato che i giacimenti in tutta l’Albania hanno riserve biologiche fino a 440 milioni di tonnellate di petrolio, finora scarsamente sfruttate perché molto profonde. Nel 2011 sono state circa 880 mila le tonnellate di petrolio estratte. L’attuale attività di estrazione si concentra principalmente nei distretti di Berat e Fier, dove è attiva una grande raffineria (Ballsh) che garantisce ogni anno circa 500.000 tonnellate di petrolio.
Il turismo è un settore in costante crescita. Secondo gli ultimi dati del Ministero del Turismo, nel 2011 sono state registrate circa 3 milioni di presenze. Per quanto riguarda la provenienza dei flussi turistici dall’Unione Europea, l'Italia è preceduta solo dalla Grecia; in aumento anche i turisti kossovari e macedoni.
La stabilità macroeconomica del Paese continua a essere riconosciuta dall'Unione Europea, che registra positivamente gli sforzi del Paese per promuovere l'attuazione di un libero mercato, nonché la crescente integrazione dell'Albania con i mercati dell'UE.
Storia
L'Albania è abitata sin dalla Preistoria, come attestano vari ritrovamenti archeologici.
I progenitori degli Albanesi sono gli Illiri, popolazione autoctona che occupava un territorio assai ampio, dal Danubio ai Balcani, e che ha svolto un ruolo di rilievo nelle vicende politiche dell'antico modo mediterraneo.
Antichi e illustri storici, come Demostene e Strabone, ricordano il valore militare di queste genti, dette “tigri della guerra”. In particolare Strabone, che descrisse tutte le tribù illiriche, cita quella degli Albanoi.
Intorno al 1000 a.C. gli Illiri occuparono il territorio dell'attuale Albania, fondandovi un regno.
Lo scontro con Roma, che mirava a estendere il proprio controllo sull'Adriatico, fu inevitabile: le guerre illirico-romane, iniziate nel 229 a.C. si conclusero nel 167 a.C. con la vittoria di Roma e la costituzione della provincia romana dell'Illirico. Dopo la divisione dell'Impero Romano attuata da Diocleziano nel 395 i territori albanesi furono assegnati all'Impero d'Oriente. Nello stesso anno ebbe però inizio una tragica serie di incursioni barbariche: Visigoti, Unni, Ostrogoti si riversarono in Illiria, Macedonia e Grecia. In ultimo, verso la fine del VI secolo, tribù slave di Serbi raggiunsero il territorio albanese, dove stabilirono numerosi principati autonomi e cancellarono dalla storia gran parte della popolazione autoctona, assimilandola. Furono gli Illiri del sud a iniziare a usare, alcuni secoli più tardi, il nome di Albanoi.
Nei secoli X e XI iniziò il declino del sistema sociale ed economico di tipo schiavistico, lasciando il posto agli elementi caratteristici del feudalesimo: i nobili di stirpe arbereshe si sganciarono da Bisanzio, formando il principato di Arberia, il primo stato feudale albanese della storia. Nei secoli successivi il Paese – dove già dall'XI secolo è documentato il nome di “Albanesi” per designare i discendenti degli Illiri – fu teatro di accese rivalità per il suo possesso tra i Bulgari, Veneziani, Svevi, Angioini, fino a che, nel 1389, sopraggiunsero gli invasori dell'Impero Ottomano. I principati locali resistettero uniti sotto la guida del principe Gjergj Kastrioti (Giorgio Castriota), detto “Skanderbeg” (1405-1468), che combatté con successo contro gli Ottomani guidando l'insurrezione del popolo albanese, terrorizzato dai metodi repressivi dei dominatori. Nel corso della la lotta degli Albanesi contro gli Ottomani continuò a svilupparsi il processo di formazione di un unico Stato centralizzato, e il vessillo della famiglia Kastrioti, con l'aquila nera bicipite in campo rosso, divenne la bandiera nazionale albanese. Alla morte di Skanderbeg gli Albanesi furono definitivamente travolti dall'Impero Ottomano. Fu solo il suo indebolimento, ad opera della Russia (1877-1878), a dare nuova forza al movimento indipendentista albanese, che dal 1840 aveva cominciato a richiedere con insistenza prima il riconoscimento dei diritti politici e culturali dell'Albania, e successivamente l'indipendenza. Risale a questo periodo l'apertura della prima scuola albanese (1877) e l' introduzione di un alfabeto comune in tutto il Paese, in uso ancora oggi.
Durante la Prima Guerra Balcanica, in reazione alle incursioni in territorio albanese della coalizione nemica, Ismail Kemal Bey, il 28 novembre 1912, proclamò l'indipendenza; le potenze europee riconobbero tale indipendenza, ma affidarono il potere al principe tedesco Guglielmo di Wied (aprile 1914). Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale spazzò via questa fragile costruzione politica: Italia, Grecia e diversi altri paesi occuparono l'Albania, la cui indipendenza fu riconosciuta finalmente solo nel 1920, dopo la conclusione del conflitto. Ahmet Zogu si fece eleggere nel 1925 Presidente della Repubblica e nel 1928 si proclamò re (con poteri dittatoriali).
Nell'aprile del 1939 l' Albania fu occupata dalle truppe di Benito Mussolini. Intanto, si creava un tessuto di nuclei partigiani e intellettuali comunisti che nel 1941, sotto la guida di Enver Hoxha fondarono il Partito Comunista Albanese. Dopo il ritiro delle truppe tedesche, il vittorioso Hoxha aveva davanti un compito immane: portare l' Albania fuori da secoli di oscurantismo. Fino al 1948 vi fu un'unione doganale e monetaria con la Jugoslavia, ma la rottura tra la Jugoslavia e l'Unione Sovietica spinse l'Albania unicamente e decisamente verso l'URSS. Con la destalinizzazione, avviata nell'URSS a partire dal 1956, i rapporti tra i due Stati si raffreddarono e dopo una rottura definitiva, avvenuta nel 1961, l'Albania si avvicinò alla Repubblica Popolare Cinese. L'invasione delle truppe sovietiche in Cecoslovacchia nel 1968 determinò l'uscita dell'Albania dal patto di Varsavia. Nel 1977-1978 l'Albania (che nel frattempo si era completamente isolata dall'Europa), dissentendo dall'orientamento pragmatico adottato a Pechino, prese le distanze anche dalla Cina. Hoxha guidò il paese con pugno di ferro, elaborando una Costituzione di forte stampo stalinista, bandendo la proprietà privata e la possibilità di professare una fede, liberandosi senza scrupoli degli avversari politici, e dando vita alla Segurimi, la temibile polizia di stato con compiti di spionaggio. Per il terrore di possibili invasioni, disseminò il territorio di bunker di cemento.
A seguito della morte del dittatore, avvenuta nel 1985, il successore Ramiz Alia diede avvio a un riavvicinamento economico e politico con l'Occidente e, sotto la pressione di sanguinose ribellioni scoppiate in tutto il Paese, aprì la politica a un timido riformismo. Negli anni 1990-1992 si ebbe un movimento di rivolta, guidato dagli studenti e dai professori universitari di Tirana, dagli intellettuali moderati e dai tecnici delle fabbriche, che portò alla rinascita della democrazia e al ripristino del multi-partitismo. Alia fu sostituito alla presidenza da Sali Berisha, che proseguì con decisione sulla strada della completa liberalizzazione dell’economia. Nel 1994 il progetto di una nuova Costituzione, sostenuto dal governo e sottoposto a referendum popolare, fu respinto. Nel 1997 fallirono le numerose società finanziarie nate all’inizio degli anni Novanta, in cui larga parte della popolazione aveva investito i propri risparmi. Ciò provocò un’ondata di proteste che assunse ben presto i caratteri di una rivolta antigovernativa. Dopo il fallimento di un governo provvisorio di coalizione, dalle elezioni del 1997 uscì vittorioso il Partito Socialista: il leader Fatos Nano, capo del nuovo esecutivo, e il Presidente della Repubblica R. Mejdani cercarono di ripristinare l’ordine pubblico, di risanare l’economia nazionale e di regolare l’esodo della popolazione, che continuò ininterrotto per tutto il 1997. La stabilità Paese fu nuovamente messa alla prova nel 1998 dalla crisi nel Kosovo, quando in Albania si riversarono centinaia di migliaia di profughi kossovari. Il Partito Socialista rimase al governo fino al 2005 quando, dopo le elezioni vinte a larga maggioranza dal Partito Democratico, il Presidente della Repubblica Aleksander Moisiu affidò a Berisha l’incarico di formare il nuovo governo. Le elezioni del 2006 hanno portato un esponente del Partito democratico, Bamir Topi, alla Presidenza della Repubblica. Nello stesso anno un accordo di stabilizzazione e associazione ha creato una zona di libero scambio tra l'Albania e Unione Europea, costituendo il primo passo verso la sua adesione all’UE. Nel 2009 l’Albania è entrata a far parte della NATO.
L'ingresso nell'Unione Europea è in programma per il 2014.
Moneta
L'unità monetaria dell'Albania si chiama Lek. Il suo codice è ALL. Storicamente era suddiviso in 100 qindarka, ma attualmente questa suddivisione di fatto non esiste più.
La moneta fluttua liberamente, ma è abbastanza stabile. Per sapere l'attuale tasso di cambio si raccomanda di consultare la BOA (Bank of Albania)
Nelle maggiori città e cittadine sono disponibili sportelli bancomat. I circuiti principali sono Raiffeisen Bank, Intesa San Paolo Bank, Pro Credit Bank e Tirana Bank.
Le carte di credito sono accettate solo dai maggiori alberghi e dai tour operator, e solo in poche strutture al di fuori di Tirana.
Le valute straniere maggiormente accettate sono euro e dollari americani.
Come arrivare in Albania
IN AEREO
L'unico aeroporto internazionale in Albania si chiama "Madre Teresa" (noto anche come Rinas), si trova a circa 25 chilometri da Tirana e ha voli diretti dall'Europa. I principali collegamenti sono Londra, Francoforte, Milano, Roma, Vienna, Zurigo, Atene, Bologna, Budapest, Istanbul, ecc. La città di Tirana è collegata con l'aeroporto con il servizio di autobus. I collegamenti da Tirana all'aeroporto si effettuano ogni ora.
Le principali compagnie aeree che volano da/per Tirana:
- Adria Airways
- AirOne
- Alitalia
- Austrian Airlines
- Belle Air
- British Airways
- German Wings
- Jetairfly
- Lufthansa
IN NAVE
Il porto di Durazzo si collega con i porti italiani di Bari, Brindisi, Ancona, Trieste e Koperin in Slovenia.
Tel. 00 355 52 2202 8
Il porto di Saranda effettua tratte giornaliere per l'isola di Corfù (Grecia).
Tel. 00 355 732 2734 / 0732 2734.
E-mail: portisarande@mrp.gov.al
Il porto di Valona effettua collegamenti con i porti italiani di Brindisi e Otranto.
Tel. 00 355 33 235 61 / 29 417,
E-mail: portivlore@mrp.gov.al